Nessun lieto fine per Verona che, dopo una stagione regolare (quantomeno) sottotono, chiude gli ottavi di finale subendo un secco 3-0 da Scafati ed uscendo dal Pala Olimpia fischiata sonoramente dai propri tifosi. Applausi per la Givova che, pur non apparendo ancora in forma smagliante, vince la serie a zero dimostrando una compattezza di squadra ed un'unità di intenti che le permettono di vincere anche in situazioni difficili o di difficoltà. Gli uomini di coach Perdichizzi sono i primi a tagliare il traguardo dei quarti, avranno qualche giorno in più per riposare rispetto a tutte le altre concorrenti ed aspetteranno di conoscere il prossimo avversario che uscirà dalla serie tra Imola e Siena (2-1). Ma torniamo a Verona. La partita, dopo le due uscite al Pala Mangano degli uomini di Crespi, prometteva di essere combattuta con i gialloblù a dover recitare, perlomeno, la parte di quelli che ci credono, almeno un pò. La realtà è stata del tutto differente. Come è spesso capitato quest'anno, la squadra si è sciolta alle prime difficoltà abbandonandosi alla sorte che la partita offriva senza una particolare reazione. Le parole di Giorgio Pedrollo nel dopo gara non lasciano spazio ad equivoci "tutti responsabili": giocatori, allenatore, staff tecnico e dirigenza. Ma la frittata è fatta con il mistero intervallo lungo dove, a quanto pare, sono volate parole grosse. Crespi, già messo in dubbio nel corso della stagione, pare ormai con la valigia in mano con qualche tifoso che giura di aver visto un suo gestaccio nei confronti del pubblico. La società si è presa "un momento per smaltire le tossine" ma l'aria che si respira è quella di una rifondazione tecnica dopo una stagione da dimenticare in fretta.
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