Una serie di semifinale se ne
va dal Paladozza, l’altra ci arriva. La situazione è uguale: 2-0 per chi ha
avuto il fattore campo finora a proprio vantaggio, Virtus e Trieste, mentre chi torna presso le
mura domestiche, Ravenna e Fortitudo, non può più sbagliare.
Soffermiamoci sulla serie tra
giuliani e felsinei: i primi hanno avuto soltanto qualche momento di blackout,
con un primo tempo di gara 1 che li ha visti anche inseguire i 10 punti di vantaggio biancoblu, limitati forse da un po’ di emozione per essere giunti a questo
punto dei playoff. Dal ritorno in campo, dopo la pausa lunga, sono sembrati
un’altra squadra, continuando ad esserlo anche in gara 2. Percentuali assurde
(addirittura il 60% da 3 in gara 2), contropiedi su contropiedi, difesa intensa
a mettere in confusione l’attacco della Effe, Parks e Cavaliero illegali e
coadiuvati dal resto della truppa di coach Dalmasson. È proprio quello che
contraddistingue entrambe le squadre, la profondità del roster, ad essere in
netto vantaggio per i biancorossi: ognuno è riuscito a dare il proprio apporto,
segnando, difendendo e mettendo grinta su ogni pallone conteso. Esempio
lampante è il lusso che Dalmasson si è potuto permettere in gara 2, lasciando
per tutto il secondo quarto in panchina Jordan Parks, che soltanto due giorni
prima aveva messo 26 punti, perchè gravato di due falli. Le fiammate di Cavaliero e
Baldasso, l’esperienza di Cittadini, oltre alle triple di Da Ros, non hanno
fatto minimamente rimpiangere la stella USA aumentando il divario e
mantenendolo attorno ai 20 punti, senza concedere possibilità di replica agli
ospiti.
Viceversa, grande confusione in
casa Fortitudo: gara 1 è andata anche abbastanza bene, con il rimpianto di non
aver saputo gestire il vantaggio costruito e degli infortuni di Mancinelli e
Cinciarini, contusione ad un dito della mano per il primo, già in campo in
gara 2, sospetta frattura ad un dito del piede, poi esclusa dagli esami di
routine, per il secondo, a riposo in gara 2 e a rischio per gara 3, due che
con la loro esperienza sono i fari della squadra di Boniciolli. Dicevamo di
gara 1: aiutati proprio dal loro capitano, sono sempre stati in partita
sembrando sempre in grado di fare il parziale per agganciare i giuliani prima
di affievolirsi con l’uscita dei due infortunati citati poc’anzi. In gara 2 è
stato un vero e proprio macello, a partire dal primo libero tirato dal Mancio
che non ha neppure toccato il ferro, preludio della serata. Attacco mai in
ordine, tante sterili iniziative personali, molti passaggi lenti ed intercettati
soprattutto da un super Green uniti ad un nervosismo generale, anche nei
confronti degli arbitri, non hanno dato il giusto approccio alla gara che li ha
visti soccombere anche di 26 punti prima di ridurre, anche se di pochissimo, lo
svantaggio. Non c’è un vero e proprio imputato, si è scesi tutti in campo senza
voglia di lottare prestando il fianco al mare biancorosso, che ha superato
senza patemi d’animo lo scoglio biancoblu.
Si va quindi a Bologna, con
entrambe le squadre che nel recente passato sono state nella medesima situazione:
Trieste, negli ottavi di finale di questi playoff, si era portata sul 2-0
contro Treviglio, che al PalaFacchetti impattò la serie andando però a perdere
la quinta decisiva; la Fortitudo fu sotto 2-0 contro Brescia nella finale
degli scorsi playoff, come Treviglio vinse in casa le due successive ma fu
sconfitta in gara 5. I “muli” avranno quindi 3 match point per chiudere ed
arrivare in finale, i “leoni” devono ribaltare l’inerzia della serie nel
proprio palazzo per arrivare ad una decisiva gara 5.
Se Trieste continuerà ad essere
questa per le prossime gare, è la seria candidata alla promozione. Un elogio
finale anche a ciò che la società è riuscita a costruire, coinvolgendo un pubblico
assiepato sugli oltre 6500 posti di un PalaTrieste tutto biancorosso e vero
fortino di questa A2 con 21 vittorie consecutive, a testimonianza che il basket
nella città alabardata è tornato ad occupare un posto rilevante nel cuore dei
suoi cittadini.
Palla a 2 alle 17:45 a Bologna,
con diretta SKY, per una gara 3 tutta da vivere!

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