venerdì 12 maggio 2017

TORTONA E MANTOVA, LE DUE FACCE DI UNA GARA 5.






Sono i Leoni a festeggiare dopo 200 minuti di una serie che, con il successo di Tortona in G5, ha confermato la sua tendenza casalinga premiando, volendo dirla in modo banale prima di approfondire il concetto, la squadra partita con il fattore campo a proprio vantaggio.

Inizio con le celebrazioni (meritatissime) ai vincitori. Ho più volte scritto quanto stimi il lavoro di Demis Cavina e quanto consideri eccezionale la stagione del Derthona; ne ho scritto talmente tanto da aver contribuito a consumare i tasti del mio pc. Una squadra costruita senza ambizioni particolari, con pochi soldi, e con una panchina non esattamente delle più profonde. Ma, come abbiamo visto, i soldi non fanno la felicità (cit.) ed allora scopriamo che i bianconeri, dopo aver disputato una stagione regolare pazzesca, sono gli unici del girone ovest ad entrare nella top eight nonostante un Ricci con una mano e mezza e nonostante il problema last minute ad Alviti che ha tolto un altro uomo a Cavina nell'ultimo atto degli ottavi. Gli americani arrivati in Piemonte sono certamente un fattore, ma quello che impressiona di questa squadra è la solidità del gruppo, la serietà nel lavoro e l'unità di intenti. Adesso tocca a Trieste, si inizia a Voghera e, in caso di bella, si tornerà al PalaOltrePò per gara 5. Non un grande affare per l'Alma che, al netto di una fisiologica stanchezza di Garri e compagni, si troverà di fronte una squadra che alla determinazione potrà aggiungere la consapevolezza che, al di là di come andrà a finire, uscirà di scena tra gli applausi convinti.

Discorso diverso per Mantova. Gli uomini di coach Martelossi, accompagnati da 200 tifosi in G5, non meritano sicuramente pesanti attacchi ma certamente non dovranno stupirsi se non cammineranno tra due ali di folla che li applaudono. Diversi i problemi riscontrati in stagione e diversi i momenti di up&down in un'annata agonistica che, seppur non poneva gli Stings tra i top club di SerieA2Italia, poteva offrire qualche piccola soddisfazione in più. I veri obiettivi della Dinamica, al di la delle dichiarazioni ad uso stampa, li conoscono soltanto i diretti interessati. Se l'obiettivo era entrare nei playoff, la missione è compiuta; se invece si puntava a fare un passo in avanti rispetto alla precedente stagione, la missione, se non fallita, non è stata certamente centrata. Il roster dei lombardi non è certo stato costruito al risparmio e non è sicuramente inferiore a quello di Tortona, o di Roseto, o di Ravenna. Gli americani degli Stings non sono stati un fattore in stagione; Daniels (spesso sul punto di essere tagliato) ha trovato una buona continuità in quest'ultima parte di stagione, forse proprio non sentendosi più in discussione, mentre ci si aspettava che Corbett potesse incidere maggiormente nei risultati della sua squadra. Insomma, ho la sensazione che, anche quest'anno, a Mantova ci sia più da recriminare che da brindare.



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